Secondo le modifiche la laurea continuerà ad avere il suo valore legale ma non sarà più un punto forte nei concorsi pubblici così come il voto raggiunto. Secondo l’articolo 9 presente nella bozza è prevista ‘l’equiparazione dei titoli di studio e professionali nei casi in cui non sia intervenuta una disciplina di livello comunitario’. La laurea perderà il suo peso nella classifica e non ci saranno punti in più per la selezione nella pubblica amministrazione. Punto cardine saranno le prove del concorso e meno i titoli di studio.
I ricercatori a tempo indeterminato, invece, non dovranno più eseguire compiti di tutorato e didattica integrativa e dovranno dedicarsi alla ricerca.