Il Disegno di Legge recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, noto come DDL Merito, apporterà importanti modifiche al sistema di valutazione della performance e nello sviluppo delle carriere nella Pubblica Amministrazione.
L’obiettivo è quello di valorizzare le competenze dei dipendenti e il merito, prevedendo la possibilità per i funzionari di progredire di carriera bypassando il consueto concorso pubblico facendo leva esclusivamente dei risultati raggiunti.
Di seguito i dettagli sulle novità introdotte dal DDL Merito.
DDL MERITO: LE NOVITA’
Come anticipato, il DDL Merito vuole introdurre diverse novità nel campo della Pubblica Amministrazione. Tra quelle introdotte:
- Limite del 30% come quota dei lavoratori che potranno ricevere valutazioni eccellenti;
- 30% dei posti da dirigente riservati a coloro che hanno maturato almeno 5 anni di servizio nell’Area Funzionari o 2 anni nell’Area dell’Elevata Qualificazione;
- Transizione da un approccio burocratico della valutazione della performance alla valutazione esclusiva degli obiettivi raggiunti;
- Specializzazioni e certificazioni in ambito amministrativo e manageriale per l’aggiornamento professionale del personale.
DIRIGENTI PUBBLICI SENZA CONCORSO?
Tra le novità introdotte dal DDL Merito che hanno suscitato maggiori perplessità c’è sicuramente la possibilità che funzionari e appartenenti all’area delle elevate qualificazioni possano diventare Dirigenti Pubblici senza concorso, ma solo esclusivamente attraverso percorsi di carriera interni.
Si tratta di una misura che nasce con l’obiettivo di valorizzare i livelli di competenza personale e professionale raggiunti nel corso degli anni di carriera, nonché i risultati del proprio operato, ovviamente valutati su criteri oggettivi e verificabili, per dare vita ad un ambiente più meritocratico.
Quindi come si diventerà dirigenti pubblici senza concorso? Le progressioni di carriera saranno, in ogni caso, subordinate a rigorosi sistemi di valutazione per garantire trasparenza e imparzialità nel riconoscimento del merito.
Il percorso di selezione, infatti, prevede la valutazione delle performance pregresse e dei risultati ottenuti seguita da una prova pratica e un colloquio che consentiranno di accertare la predisposizione dei candidati al ruolo, le capacità comunicative e individuali in relazione al ruolo di leadership.
I DUBBI
Il DDL Merito, nonostante nasca con l’idea di rendere la Pubblica Amministrazione più meritocratica, ha sollevato non pochi dubbi da parte dei sindacati che temono il rischio legato alla discrezionalità nelle valutazioni con possibili scenari negativi in relazione alla trasparenza del sistema.
Per il momento, il DDL Merito resta nella sfera delle potenzialità. Il Disegno di Legge, infatti, sarà sottoposto al classico percorso parlamentare e non è da escludere che possa subire modifiche in corso di approvazione.