I concorsi pubblici che da sempre in Italia attirano l’attenzione di diplomati e neo-laureati, o di chiunque voglia fare carriera nella pubblica amministrazione, si preparano a vivere qualche cambiamento nel corso di quest’anno.
A darne notizia è la bozza del recente decreto sulla Pubblica Amministrazione che nel mese in corso dovrebbe essere confermata dal Consiglio dei Ministri. Di seguito tutti i dettagli sulle novità attese.
CONCORSI PUBBLICI: COSA CAMBIERA’ NEL 2025?
Come anticipato, i concorsi pubblici nel 2025 potranno vedere qualche cambiamento stando a quanto riportato nella bozza del decreto sulla Pubblica Amministrazione. Un’importante novità riguarda la centralizzazione dei concorsi che dovrebbero essere gestiti unicamente dal Dipartimento della Funzione Pubblica attraverso la Commissione Ripam.
Ne consegue che nessuna amministrazione potrà gestire le selezioni autonomamente, al contrario potranno affidarsi unicamente alla Commissione Ripam per l’organizzazione e lo svolgimento delle selezioni o di eventuali graduatorie.
Tra i profili che saranno ricercati, una percentuale pari al 10% sarà riservata ai candidati in possesso di un diploma di specializzazione superiore per le tecnologie applicate (ITS Adademy) o ai candidati in possesso di diplomi di istruzione tecnica strettamente connessi al profilo tecnico a concorso.
Questi ultimi, però, non saranno gli unici profili ricercati perché circa il 10% dei fondi risparmiati grazie alla cessazione del personale potrebbe essere destinato al reclutamento di personale con competenze specialistiche in psicologia del lavoro e risorse umane, nonché a specialisti del settore digitale.
NON SOLO NUOVI CONCORSI
La bozza del decreto relativo ai concorsi pubblici 2025 non prevede esclusivamente informazione relative alle nuove procedure. Stando a quanto si evince non sono da escludere numerose conversioni di contratti a tempo determinato alla scadenza dei 36 mesi in presenza dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego, incluso quello relativo al possesso del titolo di studio e alla valutazione positiva del servizio prestato.
Fermo restando il rispetto delle facoltà assunzionali, dunque, i contratti potrebbero essere convertiti in contratti a tempo indeterminato.
In quest’ottica si prevede che il 5% dei posti messi a bando nel corso del 2025, e fino al 15% entro il 2027, potrebbero essere destinati alle procedure di mobilità, con precedenza ai dipendenti provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che fanno domanda di trasferimento.