Ha generato notevole caos lo svolgimento del Concorso Magistrati. Questo è un periodo nel quale si alternano molteplici Concorsi e come spesso accade, le polemiche sono nascoste dietro ogni angolo.
I candidati abbandonano la prova scritta
Uno degli aspetti che ha generato diverse polemiche è stato l’abbandono di metà dei candidati. Durante lo svolgimento della prova scritta del Concorso questi ultimi hanno deciso di non continuare.
Che cosa sarà successo? Il primo giorno di prove, ovvero mercoledì 17 maggio, 7.099 su 7.374 hanno consegnato i loro elaborati.
Tutto sembrava andare per il meglio, ma durante il terzo giorno di prove, ovvero venerdì 19 maggio, la metà dei candidati ha deciso di ritirarsi. Sui 6.661 candidati rimasti, sono stati 3.513 i candidati che hanno abbandonato la prova.
Tra le ragioni ci potrebbe essere quella legata ai tentativi di possibilità, in quanto sono solo tre le volte in cui ci si può presentare dopo aver ricevuto una bocciatura. Probabilmente tra quelli ritirati, vi era un possibile bocciato, colui che ha deciso di preservarsi per un prossimo tentativo sperando di essere più fortunato.
Strafalcioni nelle prove scritte
Tra i vari caos, la situazione è degenerata durante la terza prova scritta. In quel momento infatti sono stati riscontrati degli strafalcioni in una delle tracce della prova.
Pare che l’errore si trovasse in uno dei tre temi di diritto penale, preparati dalla Commissione. Le polemiche sono arrivate non appena è comparso l’errore, evidente durante l’apertura delle buste. Che cosa conteneva la traccia?
Nella traccia, il candidato veniva invitato a dissertare sulla “abolitio sine abrogazione di un reato“. Peccato però che si tratti di un concetto che nel campo giuridico non esiste. Giuridicamente, ad ogni modo, esiste il suo contrario: “abrogatio sine abolitione”.
Le parole di Gianluca Gatta
Gianluca Gatta, ordinario di diritto penale alla Statale di Milano si è cosi esposto sulla questione: “Non posso non notare l’errore ma sta di fatto che il fatto che, per puro caso, la traccia non sia stata sorteggiata non riduce il pericolo che si è corso. Se un candidato ben preparato si fosse trovato davanti a quella domanda, avrebbe pensato si trattasse di un trabocchetto”.
Gatta ha anche sottolineato che le polemiche sui Concorsi Pubblici per aspiranti magistrati sono esistenti da tanto tempo.
In questo modo però, si rischia di valorizzare chi impara a memoria le sentenze, mentre l’obiettivo delle prove dovrebbe essere legato alla valorizzazione delle competenze di tutti i candidati.