Il tirocinio o stage come lo si voglia chiamare, è quel periodo transitorio al cui culmine ci dovrebbe essere un lavoro, ma in quest’ultimo periodo di crisi, sta diventando un vero e proprio lavoro “a gratis” che non porta a nulla.
Per i giovani il tirocinio è una delle poche chance che hanno per entrare nel modo del lavoro, ma il più delle volte si trasforma in uno sfruttamento non retribuito da parte dei datori di lavoro per giunta a lungo termine. In Italia, come ulteriore danno in oltre il 50% dei casi, ci si rimette di tasca perché non si ha neanche il rimborso delle spese.
L’Isfol (Istituto per lo Sviluppo delle Formazione Professionale di Lavoratori), ha effettuato degli studi e preparato una guida pratica per gli stage in Europa. Dagli studi è emerso che in molti paesi europei, per affrontare l’emergenza disoccupazione, sono sorti numerosi programmi di stage per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro; mentre in Italia a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile del 35%, c’è una scarsa diffusione del tirocinio come politica attiva, nonostante alcune eccezioni a livello regionale.
A seguito della Legge 92/2012, anche in Italia si attuerà una remunerazione per i tirocini regolamentari. Tra le linee guida dei provvedimenti in discussione presso la Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni si prevede un compenso minimo di 400 euro lordi mensili per gli stagisti e non si dovranno più avere soglie da non superare peri rimborsi mensili.
Per evitare che sotto il nome di “stage” si celino altri tipi di contratto, ci saranno dei rigidi 
proporzionale al numero dei dipendenti. Tutto questo è di competenza Regionale e saranno proprio le Regioni a far delle leggi in base alle linee guida.
